Chiesa di San Giacomo Apostolo Somendenna
Parrocchia della diocesi di Bergamo. Come testimonia il redattore della “Cronotassi pontidese”, codice del 1758 recante l’elenco dei priori del monastero benedettino, il 13 marzo 1462 “Giovanni Baroccio fece la smembrazione della chiesa di S. Jacopo di Somendenna da quella di Endenna esistenti nella Valle Brembana Inferiore” (Lunardon, Spinelli 1977). La chiesa di San Giacomo in Somendenna venne smembrata dalla chiesa matrice di Santa Maria Assunta di Endenna pur rimanendo soggetta, insieme con la chiesa matrice, al priorato di Pontida. Essa era infatti una delle sei parrocchie che si formarono nel territorio soggetto “in spiritualibus” al monastero di San Giacomo (insieme a Pontida, Palazzago, Burligo, Ambivere, Endenna) e costituirono una specie di diocesi “sui generis”: pur appartenendo al territorio della diocesi di Bergamo, esse restarono sottoposte alla giurisdizione degli abati di Pontida, che durò, con conflitti e complicazioni canonico-giuridiche, fino alla soppressione del monastero nel 1798. Monsignor Barozzi decretò lo smembramento della parrocchia di Somendenna non in virtù della propria dignità vescovile, bensì in forza della carica di commendatario dell’abbazia, mostrando in tal modoo di avere coscienza “che qualunque atto giurisdizionale avesse egli usato sopra le chiese e popoli pienamente soggetti al priorato stesso, come vescovo di Bergamo sarebbe stato illegittimo e per conseguenza di nessun valore” (Lunardon, Spinelli 1977).
La chiesa di Somendenna veniva censita con il titolo di parrocchiale nel Libro censuale redatto sotto l’episcopato di Giovanni Barozzi, in cui figurava come di recente smembramento dalla parrocchia di Endenna (Censuale Barozzi 1464).Anche gli abati di Pontida avevano obbligo di visite regolari nelle parrocchie del priorato, le quali, essendo territorio della diocesi di Bergamo, pur soggette “in spiritualibus” a Pontida, erano soggette anche alle visite pastorali dei vescovi di Bergamo.
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 23 ottobre 1575, si menzionava la presenza di un istituto della Misericordia, retto da due presidenti di elezione della comunità.
Esisteva la chiesa della Misericordia dei frati dell’Ordine di San Francesco dell’Osservanza. La comunità di Somendenna contava a quest’apoca circa 200 anime. La parrocchia risultava amministrata attraverso il giuspatronato della comunità, ed era retta da un parroco, la cui nomina necessitava della conferma dell’abate di Pontida (Visita Borromeo 1575). Negli atti del III Sinodo del vescovo Cornaro del 1574 (Acta synodalia bergomensis ecclesiae) e in un manoscritto del 1577 recante l’elenco dei benefici delle chiese della diocesi (Beneficiorum ecclesiasticorum 1577), la parrocchia era indicata rispettivamente come non sottoposta ad alcuna pieve e come soggetta al priorato di Pontida.In occasione della visita pastorale di Gregorio Barbarigo, avvenuta tra 1658-1659, la parrocchia di Somendenna risultava annessa alla circoscrizione ecclesiastica di Santa Croce e godeva di un reddito annuo di 80 lire, amministrato attraverso il giuspatronato della vicinia. Vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario e della Dottrina cristiana. Entro la circoscrizione ecclesiastica era compreso un istituto della Misericordia. Il clero era composto dal solo parroco (Montanari 1997).Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale collegiata sotto l’invocazione di San Giacomo apostolo, qualificata come “mercenaria”, risultava “nullius plebis”. Vi erano erette le Scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario e del “Riscatto de schiavi”. Entro la circoscrizione ecclesiastica era compreso un luogo pio della Misericordia. Vi esisteva un oratorio dedicato alla Santissima Trinità. La comunità di Somendenna contava circa 337 anime, di cui 185 comunicate, al cui servizio era posto un parroco mercenario, eletto dal comune e presentato dal priore abate del monastero di San Giacomo di Pontida (Marenzi 1666-1667). Il parroco veniva eletto dai vicini di Somendenna per essere successivamente confermato e immesso nel proprio ufficio attraverso il “placet” dell’abate di Pontida.
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 10 giugno 1780, nella parrocchiale risultavano presenti la scuola del Santissimo Sacramento, presso l’altare maggiore, retta da sindaci, la confraternita del Santissimo Rosario presso l’altare omonimo, e la scuola della Dottrina Cristiana. Entro la circoscrizione parrocchiale risultava compreso un luogo pio della Misericordia. Esisteva un oratorio dedicato alla Santissima Trinità, ove era eretta la confraternita della Redenzione degli Schiavi, e un oratorio dedicato a San Bartolomeo apostolo, sito in “contrada di Cornolta, comun di Bracca contrada assignata a questa parrocchia nell’istromento di smembratione di questa cura da quella di Endena”. L’organico degli ecclesiastici risultava costituito da un cappellano e da un parroco mercenario, posti al servizio di una comunità di 236 anime, di cui 160 comunicate (Visita Dolfin 1778-1781).
Nel 1820, la parrocchia di Somendenna è indicata come dipendente dalla vicaria di Zogno (Maironi da Ponte 1820). La dipendenza da tale circoscrizione è attestata fin dal 1695, nel primo decreto reperito con cui il vescovo Daniele Giustiniani nominava il parroco di Somendenna a vicario foraneo della vicaria di Zogno, la cui giurisdizione si estendeva a quell’epoca alle parrocchie di Santa Croce, Somendenna, San Pellegrino, Spino, Zogno (Fascicoli parrocchiali, Zogno).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei dal 1734, la parrocchia di Somendenna risultava appartenere alla vicaria di Zogno. Quest’ultima, tra il 1763 e il 1784, ebbe la propria sede a San Pellegrino (Stati del clero 1734-1822).
Arte da ammirare
Nel 1822, la parrocchia di San Giacomo apostolo di Somendenna risultava di imperial regio patronato. Il “prodotto della congrua” era pari a 500 lire. La comunità contava a quest’epoca 200 anime (Fascicoli parrocchiali, Zogno)Nel 1821, il parroco di Somendenna avrebbe fatto istanza al vescovo per la separazione dalla vicaria di Villa d’Almè e l’aggregazione a quella di Zogno (Mangili 1984). La dipendenza di Somendenna dalla vicaria di Villa d’Almè non è tuttavia suffragata dai decreti di nomina dei vicari foranei di tale circoscrizione (Fascicoli parrocchiali, Villa d’Almè).
Nel 1861, la parrocchia di San Giacomo Maggiore apostolo di Somendenna risultava dipendere dalla vicaria XXXIV di Zogno. A quest’epoca la comunità contava 320 anime, ed era retta da un parroco e da un coadiutore. Essa aveva alle proprie dipendenze un oratorio dedicato alla Santissima Trinità (GDBg). La parrocchia di Somendenna rimase compresa nella vicaria di Zogno fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), confluì nella zona pastorale V, composta dalle parrocchie delle vicarie di Selvino, Serina, Sottochiesa, San Giovanni Bianco, Zogno e Brembilla (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Brembilla-Zogno (decreto 27 maggio 1979).
Per la creazione della parrocchia di Ambria, il 13 agosto 1919, venne staccato da Somendenna il territorio della cappella di Bracca (Lunardon, Epis 1997).
Nel 1986, in seguito al decreto del ministro dell’interno che risolveva di conferire la qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto alle parrocchie della diocesi di Bergamo, alla parrocchia di San Giacomo maggiore apostolo succedeva per l’intero patrimonio la parrocchia dei Santi Giacomo maggiore apostolo e Marco evangelista e San Salvatore, con sede in località Somendenna (decreto 20 novembre 1986.