Corso video parte 2
Movimenti camera: alcune teniche di ripresa
Il punto di vista oggettivo in un video si riferisce a una prospettiva che non è legata a nessun personaggio all’interno della storia, ma rappresenta piuttosto la visione del narratore o del regista. Questo tipo di inquadratura permette allo spettatore di osservare gli eventi in modo neutro, come se fosse un testimone esterno. Le inquadrature oggettive sono utilizzate per esprimere un punto di vista imparziale e per mostrare la scena senza alcuna distorsione emotiva o soggettiva. Sono il contrario delle inquadrature soggettive, dove la camera assume la prospettiva di un personaggio specifico, permettendo allo spettatore di vedere attraverso i suoi occhi.
Il punto di vista soggettivo nel video, noto anche come soggettiva, è una tecnica di ripresa cinematografica in cui la scena viene inquadrata dal punto di vista di uno dei personaggi, come se la si vedesse attraverso i suoi occhi. Questo tipo di inquadratura permette allo spettatore di identificarsi con il personaggio e di vivere la scena dalla sua prospettiva, creando un’esperienza più immersiva. La soggettiva è spesso utilizzata per mostrare le reazioni emotive di un personaggio o per presentare eventi dal suo punto di vista unico. Questo approccio narrativo è stato utilizzato in molti film famosi per creare momenti memorabili e coinvolgenti, ma anche in molti documentari dove l’attore si rivolge direttamente alla camera interloquendo con lo spettatore.
La ripresa video dal basso è una tecnica cinematografica che viene utilizzata per trasmettere un senso di potere e ammirazione nei confronti del soggetto ripreso. Questa angolazione consente di ampliare l’autorevolezza del soggetto e ne amplifica il significato all’interno della storia. Inoltre, può essere usata per creare una prospettiva unica e coinvolgere lo spettatore in modo più intimo con la scena.
La ripresa video dall’alto offre una prospettiva unica e spettacolare, che può essere utilizzata per catturare paesaggi, eventi o per creare effetti cinematografici impressionanti. Ecco alcune informazioni e risorse che potrebbero esserti utili. Questo tipo di ripresa fornisce agli spettatori una comprensione più profonda di ciò che sta accadendo sotto, sia letteralmente che metaforicamente usando anche videocamere su droni. Nella visione soggettiva è utilizzata per dare più importanza al soggetto/spettatore rispetto al soggetto inquadrato
L’importanza di una ripresa video orizzontale che sia parallela al terreno risiede nella sua capacità di fornire allo spettatore una prospettiva naturale e realistica, che è quella che normalmente percepiamo nella vita quotidiana. Questo tipo di inquadratura è fondamentale per mantenere l’orientamento spaziale e per evitare distorsioni visive che possono confondere o disorientare il pubblico.
Inoltre, una ripresa parallela al terreno è essenziale per garantire la corretta proporzione e scala degli oggetti all’interno della scena, contribuendo a una rappresentazione fedele della realtà. Questo è particolarmente importante in generi come il documentario o il giornalismo, dove l’obiettivo è spesso quello di presentare fatti e informazioni in modo chiaro e non ambiguo.
Nel cinema e in altri media visivi, le riprese parallele al terreno possono essere utilizzate per creare un senso di stabilità e normalità, mentre angoli di ripresa alternativi, come quelli dal basso o dall’alto, sono spesso impiegati per comunicare sensazioni specifiche o per enfatizzare determinati aspetti di un personaggio o di una situazione.
I piani nell’inquadratura video sono essenziali per determinare l’importanza relativa della figura umana rispetto all’ambiente circostante.
Parliamo invece di campi quando non sono presenti figure umane
Ecco una descrizione dei vari piani che si possono trovare in un’inquadratura video:
- Piano Lunghissimo Questo piano mostra un ambiente molto vasto, senza figure umane visibili, utilizzato per collocare un ambiente all’interno della vicenda filmica.
- Piano Lungo L’ambiente è ancora dominante, ma la figura umana e l’azione diventano visibili, collocando i personaggi all’interno di un ambiente.
- Piano Medio L’ambiente è presente, ma la figura umana diventa protagonista e l’azione è più evidente.
- Primo Piano Viene inquadrato l’attore dalle spalle in su; utilizzato per rivelare gli stati d’animo e mostrare i dialoghi.
- Primissimo Piano Un ulteriore zoom sul viso o sull’oggetto, per catturare emozioni intense o dettagli minuti.
- Dettaglio, focus stretto su un elemento specifico.
Questi piani e altri ancora non qui specificati, aiutano a guidare l’attenzione dello spettatore e a raccontare una storia visiva, enfatizzando diversi aspetti della scena in base alle esigenze narrative.
La panoramica orizzontale nel video è una tecnica di ripresa che permette di muovere la camera da un lato all’altro dell’orizzonte, creando un effetto visivo che può descrivere lo spazio circostante o seguire un soggetto in movimento. In genere si fa con camera fissa.
La panoramica verticale è un movimento di ripresa della camera intorno al suo asse trasversale. Questo tipo di inquadratura è spesso utilizzato per offrire una visione completa di un oggetto alto o di una scena, muovendosi dall’alto verso il basso o viceversa.
Una carellata verticale nel video è un movimento di camera che si sposta lungo il suo asse verticale. Questo tipo di movimento può essere utilizzato per vari scopi, come offrire uno scorcio dell’ambiente sociale in cui vivono i protagonisti di un film o per seguire un’azione che si sviluppa verticalmente, come qualcuno che sale o scende delle scale. E’ utilizzata anche nel documentario per dare risalto ad opere d’arte e sculture che si sviluppano in altezza.
Una carrellata laterale è un movimento di macchina cinematografica in cui la camera si muove parallelamente al soggetto. Viene eseguita montando la camera su un carrello che può viaggiare su binari o pneumatici, permettendo così un movimento fluido e stabile. Durante una carrellata laterale, la camera può seguire un soggetto che si muove, mantenendolo al centro dell’inquadratura, o può muoversi indipendentemente per rivelare nuovi elementi della scena.
Per eseguire una carrellata laterale senza l’uso di un carrello, si può utilizzare una gimbal e una tecnica che prevede l’incrocio dei piedi. Questo metodo richiede di posizionare un piede davanti all’altro e spostarsi lateralmente, passo dopo passo, mantenendo la camera il più stabile possibile. È importante muoversi con fluidità e senza esitazioni per evitare scossoni o movimenti bruschi che potrebbero rovinare la fluidità della carrellata.
In alcuni casi, la carrellata laterale può essere combinata con altri movimenti, come una rotazione di 360° intorno a un oggetto o una carrellata che precede il soggetto, per creare un effetto più dinamico e coinvolgente. L’obiettivo di questi movimenti è di solito quello di aggiungere profondità alla narrazione visiva, guidare l’attenzione dello spettatore o enfatizzare l’azione o l’emozione di una scena.
Una carrellata push-in, o carrellata in avanti, è un movimento di camera che consiste nell’avvicinare la macchina da presa al soggetto, creando un effetto di intensificazione emotiva e di focalizzazione sull’elemento inquadrato. Questo tipo di carrellata viene spesso utilizzato per aumentare l’interesse e l’attenzione dello spettatore su una particolare azione o dettaglio della scena.
Per eseguire una carrellata push-in, la camera viene montata su un carrello o un dolly che può muoversi lungo dei binari o su una superficie liscia. Il movimento deve essere fluido e controllato per evitare scosse che potrebbero distrarre lo spettatore o rovinare l’effetto desiderato. La velocità della carrellata può variare a seconda dell’effetto che si vuole ottenere: un movimento lento e graduale può creare tensione e aspettativa, mentre un movimento più rapido può sorprendere e catturare immediatamente l’attenzione.
In alternativa, se non si dispone di un carrello, è possibile utilizzare un sistema di stabilizzazione come uno Steadicam o un gimbal, che permette all’operatore di camminare verso il soggetto mantenendo la camera stabile e fluida. Questa tecnica richiede abilità e pratica per essere eseguita correttamente2.
La carrellata push-in è uno strumento potente nella narrazione visiva e, quando usata con perizia, può contribuire significativamente all’impatto emotivo di una scena.
La “carellata push-out” è un termine utilizzato nel cinema per descrivere un particolare movimento della macchina da presa. Si tratta di un movimento in cui la camera, montata su un carrello o un altro dispositivo di movimentazione, si allontana dal soggetto ripreso. Questo tipo di movimento può essere utilizzato per diversi scopi, come ad esempio per dare un senso di distacco o per rivelare gradualmente il contesto circostante il soggetto.
In pratica, la carellata push-out crea un effetto visivo che allarga la prospettiva dello spettatore, spostando l’attenzione dalla focalizzazione su un dettaglio o un personaggio verso una visione più ampia dell’ambiente o della scena. È l’opposto della “carellata push-in”, che invece avvicina la camera al soggetto, creando un effetto di intensificazione e concentrazione sull’elemento inquadrato.
Questo tipo di movimento è spesso accompagnato da un cambio di fuoco che mantiene il soggetto principale a fuoco mentre l’ambiente circostante diventa più nitido o viceversa, contribuendo a creare una transizione fluida tra due punti focali diversi all’interno della scena
La carrellata circolare, è un movimento di macchina da presa o telecamera che ruota intorno alla scena. Questo tipo di carrellata può essere utilizzata per creare un effetto drammatico o per dare al pubblico una visione a 360 gradi di una scena, permettendo di catturare ogni angolo e dettaglio. È spesso impiegata in film per seguire un personaggio o per rivelare gradualmente elementi importanti della scena. La carrellata circolare può essere realizzata, anche con l’ausilio di gimbal, manualmente da un operatore che compie un movimento circolare attorno a un soggetto. Questo tipo di movimento di camera è molto efficace per coinvolgere lo spettatore nell’azione e per enfatizzare momenti chiave di una narrazione o nel video documentaristico per ruotare attorno ad un soggetto utilizzando un drone.
Il campo e controcampo è una tecnica cinematografica utilizzata durante la fase di montaggio di un film, che consiste nell’alternare due inquadrature speculari, di solito nei dialoghi, per mostrare i personaggi che parlano o interagiscono. Questa tecnica permette allo spettatore di seguire la conversazione come se fosse presente, alternando la visuale tra i due soggetti. Nel cinema classico, l’angolazione era di solito di tre quarti, mentre un campo controcampo a 180 gradi era usato per scene di forte contrasto tra i personaggi. Rimane una delle tecniche più utilizzate per la sua efficacia nel collegare spazialmente i due elementi di un’azione all’interno di una stessa scena.
La regola dei 180 gradi di posizione della camera, è una linea guida fondamentale nel cinema e nella produzione video che aiuta a mantenere una coerenza spaziale tra i personaggi o gli oggetti in scena. La regola stabilisce un asse immaginario, o linea dell’occhio, tra due personaggi o tra un personaggio e un oggetto. Mantenendo la telecamera su un lato di questo asse, si preserva la stessa relazione sinistra/destra tra i soggetti, rendendo lo spazio della scena ordinato e comprensibile per lo spettatore. Una volta stabilita la linea, è necessario posizionare ogni successiva configurazione della videocamera sullo stesso lato di questa linea.
Nella ripresa video a seguire, il soggetto viene seguito da vicino dalla macchina da presa mentre esegue un’azione. Nonostante l’espressione facciale non sia visibile, la telecamera cattura i suoi movimenti e ci mostra dove sta andando. Questa tecnica di ripresa consente allo spettatore di vivere l’azione come se fosse fisicamente presente, offrendo un’esperienza visiva più coinvolgente. Aggiunge inoltre un senso di mistero, poiché siamo lasciati a interpretare le azioni del soggetto basandoci esclusivamente sui suoi movimenti e sull’ambiente circostante. Nonostante la mancanza di espressione facciale, possiamo ancora sentire le emozioni e le intenzioni del soggetto attraverso il linguaggio del corpo e la direzione in cui si sta dirigendo. Questo metodo di ripresa è comunemente utilizzato nella produzione di film e video per aggiungere profondità e intrigo a una scena.
Nella ripresa video a precedere, la telecamera cattura il soggetto frontalmente mentre agisce. Si può facilmente discernere l’espressione facciale del soggetto, che rivela il suo stato emotivo in quel particolare momento, aggiungendo un ulteriore livello di profondità e comprensione al video. Anche se la destinazione del soggetto rimane sconosciuta, lo scenario alle sue spalle offre una vista accattivante dell’ambiente circostante che si muove in modo continuo e fluido. Questo scena fornisce contesto allo spettatore, permettendo di inferire possibili motivazioni o influenze che potrebbero influire sulla traiettoria o lo stato emotivo del personaggio. Nel complesso, questa continuazione di immagini all’interno del video offre una dettagliata prospettiva del viaggio fisico ed emotivo del soggetto.
La tecnica di catturare filmati utilizzando una videocamera in movimento all’interno di una scena data ci consente di vivere una sensazione di immersione intensa in quella scena. Ci fa sentire come se stessimo partecipando attivamente agli eventi che si svolgono davanti a noi. Quando usiamo questa tecnica, la nostra prospettiva cambia e otteniamo una visione dinamica e coinvolgente dell’azione, che può essere incredibilmente efficace nel catturare la nostra attenzione e aggiungere profondità all’esperienza complessiva. È attraverso questa tecnica che siamo in grado di apprezzare appieno i dettagli dell’ambiente, i movimenti dei personaggi e lo sviluppo della trama, il tutto mentre sentiamo di essere sul fronte dell’azione. Quindi, che si tratti di un film, di un documentario o di qualsiasi altra forma di media, catturare filmati utilizzando una videocamera in movimento è uno strumento incredibile che può dare nuova vita a qualsiasi produzione.